2000 LADA PETER TURBO

La Lada Peter Turbo venne presentata al Salone Internazionale dell'Automobile di Mosca nel 2000. Nonostante fosse un semplice mock-up, senza organi meccanici, senza interni ed i finestrini oscurati, suscitò un notevole interesse nel pubblico russo in visita al Salone. Questa reazione così positiva motivò il management di AvtoVAZ a mostrarla anche in occidente e venne scelto il Salone di Parigi dello stesso anno.

Naturalmente la vettura fu perfezionata. Vennero usati finestrini trasparenti, elementi di design aggiuntivi ed anche un finto interno, in modo da rendere più comprensibili le idee e i concetti che il team di design della AvtoVAZ, guidato da Sergei Sinelnikov, aveva voluto sviluppare.

Di sicuro a Parigi la vettura non suscitò lo stesso fascino ottenuto a Mosca, eppure giornalisti e designer occidentali si interessarono al veicolo. La leggenda vuole che persino il grande Giugiaro abbia prestato particolare attenzione al modello passando davanti allo stand della Lada.

La ragione di questo interesse degli addetti ai lavori era dovuto al fatto che la Peter Turbo, rompeva audacemente gli stereotipi di austerità, per non dire banalità, insiti nelle produzioni russe dell'epoca. Era la dimostrazione fatta al mondo intero che c'erano stilisti in Russia che potevano guardare al futuro ed interpretarlo.

La Lada Peter Turbo si presentava con un aspetto massiccio, a partire dall’anteriore, un muso prominente, fari e luci di posizione sottili, un cofano corto e arrotondato. Caratteristica la scalfatura che partiva dal cofano anteriore e raggiungeva la coda dell’auto, terminando in uno spoiler arrotondato. Questo trattamento della fiancata divideva visivamente il corpo in due metà, superiore e inferiore, ed era un elemento determinante dello stile dell'auto. Vicino ai montanti anteriori c'erano gli specchietti integrati in una parte del pannello della portiera.

La parte posteriore invece non brilla per originalità e bellezza, risultando discretamente “pesante”, ma includeva una grande luce di stop integrata nello spoiler, che ne migliorava l'impatto visivo. Un'altra caratteristica interessante era il tetto leggermente concavo. Non era tanto una finezza estetica quanto una soluzione funzionale per migliorare l’aerodinamica. Purtroppo gli interni, assolutamente finti, non erano molto belli da vedere, ma esprimevano chiaramente il pensiero progettuale dei designer, avendo punti di riferimento stilistici chiave, come i cinque sedili separati, un volante a razze singole, un elegante pannello strumenti, un'enorme area vetrata e così via.

Infine, ha destato curiosità il nome scelto per questa concept. La definizione Peter Turbo sembra sia stata ispirata dal romanzo di Vasily Axinov, "L'isola di Crimea", in cui il protagonista guida un'auto inventata che porta questo nome.

Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Credit: Lada