1969 GHIA LANCIA FULVIA COMPETIZIONE

Ad eccezione della versione Sport Coupè di Zagato del 1965,che comunque faceva parte di una produzione di serie, la Fulvia Coupè non aveva mai avuto veri e propri modelli fuoriserie, concept o esercizi di stile nati sulla sua base. Nella seconda metà degli anni ’60, la bella vettura disegnata da Piero Castagnero ispirata ai motoscafi Riva, inizia a vincere sui campi di gara, in particolare nei rally.

La Fulvia Coupè viene così prodotta in versioni sempre più prestazionali, nelle varie versioni HF fino alla estrema 1,6 HF del 1969, detta anche “Fanalone”. Tutto parte dalla volontà di Cesare Fiorio, direttore sportivo della Lancia, che vuole una vettura sempre più vincente.

Una vettura così prestazionale comincia ad interessare anche i carrozzieri e tra questi c’è la Ghia, che nel 1969 incaricherà il giovane stilista Tom Tjaarda di realizzare una versione molto aggressiva sulla base proprio della 1600 HF. Nasce così, sul telaio #81854, la Fulvia HF Competizione. Un’auto concepita come esercizio di stile, ma il più possibile vicino ad una possibile produzione in piccola serie.

Per la realizzazione della carrozzeria venne scelto l‘alluminio, con parti strutturali in acciaio. La linea rispecchiava gli stilemi delle sportive dell’epoca: Linee tese e raccordate, un’ampia vetratura, frontale affilato fortemente a cuneo, proiettori a scomparsa, coda alta e tronca che proseguiva la linea del tetto senza soluzione di continuità.

Ma l’elemento che la caratterizzava maggiormente era l’alettone regolabile in altezza tramite due pistoni che, se non attivato, scompariva nella parte posteriore della coda. L’alettone non era solo un vezzo estetico: essendo la Fulvia una trazione anteriore, l’alettone serviva a modificare il flusso d’aria verso la coda aumentando la tenuta di strada. Gli interni erano molto spartani, come di prassi sulle sportive dello stesso periodo.

Sembra che la vettura, a dimostrazione del fatto che era previsto uno sviluppo ulteriore, abbia fatto delle prove sul circuito di Le Mans in una versione leggermente modificata (definita Evoluzione) che mostrava nuove appendici aerodinamiche nere ed un cofano motore con una vistosa presa d’aria centrale.

Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Credit: Ghia