1953 BERTONE ALFA ROMEO B.A.T. 5

Insieme all’Alfa Romeo 33 Stradale le Berlinette Aerodinamiche Tecniche, meglio conosciute come B.A.T. 5, B.A.T. 7 e B.A.T. 9, sono universalmente riconosciute come la massima espressione del talento visionario di Franco Scaglione e sono diventate icone indiscusse dell’automotive design del ventesimo secolo.

Il design fantascientifico era stato modellato dalla mente creativa di Bertone e del suo talentuoso designer Franco Scaglione, ed era fortemente influenzato dallo stile “Jet Age” che era in voga nell'America del dopoguerra, trasportando gli ultimi sviluppi della tecnologia aeronautica nella sfera dei prodotti di consumo. Scaglione ha saputo coniugare in modo creativo l'estetica della “Jet Age” con la sensibilità per le proporzioni e l'eleganza per le quali la cultura italiana della carrozzeria era così famosa, dando alle auto anche un tocco personale.

Partendo dall’idea di ridurre al minimo la resistenza e lavorando sulla direzione dei flussi d’aria per stabilizzare l’auto, Scaglione plasmò le forme dell’auto con la “visione” che aveva in mente. Il designer lavorò progressivamente su quattro modelli a grandezza naturale prima di procedere alla quinta e ultima fase, la vera e propria costruzione metallica dell'auto. Una volta finita, la concept car venne opportunamente soprannominata Berlina Aerodinamica Tecnica 5, o B.A.T. 5.

La vettura colpisce istantaneamente l’osservatore per i parafanghi sporgenti ed il flusso d'aria canalizzato dal “naso” centrale arrotondato davanti al cofano. L'aria veniva convogliata in due prese d'aria con fessure orizzontali che alimentavano direttamente il radiatore. Il flusso d'aria della parte superiore veniva invece convogliato sull’abitacolo di vetro avvolgente a forma di goccia e poi racchiuso verso il posteriore da pinne leggermente curvate verso l’interno, in modo da far scivolare l’aria verso un’ulteriore pinna centrale che chiudeva una parte posteriore molto affusolata. Le ruote posteriori carenate vennero montate per ridurre il flusso d'aria delle ruota e le grandi prese d'aria laterali servivano per scaricare l’aria calda dei freni anteriori.

Nonostante il suo aspetto radicale, l’auto era stata progettata da Scaglione pensando alla sua guidabilità su strada. Molto originale il sistema dei fari che erano sistemati ai lati interni della sporgenza del parafango, in modo da rientrare in esso quando non erano necessari. Una dimostrazione della capacità di Scaglione di incorporare abilmente soluzioni ingegneristiche funzionali che altrimenti sarebbero potute sembrare solo voli di fantasia.

Nonostante all’epoca i metodi per analizzare l’efficienza aerodinamica fossero del tutto empirici, si dice che la B.A.T. 5 abbia raggiunto un coefficiente di resistenza di circa 0,23 ad una velocità di 151 km/h, il tutto con soli 43 cavalli di potenza; la velocità massima fu testata ad oltre 198 Km/h. Un risultato strabiliante data l’epoca e il modesto motore a quattro cilindri Alfa Romeo.

La BAT 5 fece il suo debutto pubblico al Salone dell'Auto di Torino nel maggio 1953, suscitando un'entusiastica accoglienza da parte dalla stampa automobilistica internazionale.

Fonte: ArchivioPrototipi.it
Image Credit: Ron Kimball - Darin Schnabel